Risparmio di pensione: quale impatto sull'imposta alla fonte

da Arnaud Campion

La buona notizia con il prelievo alla fonte è che il contribuente sarà esente da imposte per i redditi normali percepiti nel 2018 (tranne i redditi eccezionali), per evitare la doppia imposizione nel 2019 (con lo schema attuale e quello applicabile a partire dal 1º gennaio). Ma quali sono le conseguenze per le detrazioni fiscali relative ai versamenti sui piani di risparmio previdenziale?

 

Promemoria: detrazioni fiscali

 

È in un'ottica diffondere il risparmio pensionistico che il governo aveva deciso che i contributi versati da ogni membro di un nucleo familiare fiscale nel quadro di un PERP, un Madelin o un PREFONdavano diritto ad una deduzione del reddito lordo globale.Un vantaggio fiscale che fissa tuttavia il massimale di deducibilità dei contributi a titolo dell'anno N al 10% dell'importo netto dell'insieme dei rediti netti da spese di attività dichiarati a titolo dell'anno N-1.

 

È un problema?

 

Con l'introduzione del ritenuta alla fonte A partire dal 1° gennaio 2019, il contribuente non pagherà imposte sul reddito corrente nel 2018. I versamenti effettuati in un piano di risparmio pensionistico non forniranno quindi alcun beneficio fiscale nella misura in cui non ci saranno imposte da pagare (tranne che per i redditi eccezionali come i guadagni di capitale, la compensazione in caso di pensionamento, la partecipazione agli utili o la partecipazione. Per maggiori informazioni, clicca qui: https://www.lemonde.fr/argent/article/2018/03/05/quels-revenus-courants-et-exceptionnels-seront-taxables-en-2018_5265719_1657007.html

 

La "soluzione" proposta dal governo

 

«Sensato», il governo ha istituito un accordo temporaneo per incoraggiare i contribuenti a non interrompere i loro pagamenti quest'anno: se i pagamenti effettuati nel 2018 sono inferiori a quelli effettuati nel 2017 e nel 2019, gli investitori potranno dedurre nel 2019 solo la media dei pagamenti effettuati nel 2018 e nel 2019. L'obiettivo? Penalizzare coloro che non fanno pagamenti quest'anno. Il guadagno? Nessuna.

 

Come posso evitare di essere penalizzato?

 

A meno che non abbia anticipato la cosa non versando alcun contributo nel 2017, il dispositivo transitorio messo in atto dal governo non penalizzerà il contribuente se non versa nulla nemmeno nel 2018. Per contro, i contribuenti che hanno versato su un piano di risparmio pensionistico nel 2017 avranno tutto l'interesse a riprodurre lo stesso schema nel 2018 per poter beneficiare delle detrazioni fiscali nel 2019.

Un altro caso: un contribuente che ha fatto un grosso pagamento sul suo PERP nel 2017 avrà il vantaggio di non versare nulla nel 2018 come nel 2019, e di riprendere i versamenti nel 2020. Per una coppia, si potrà anche rinviare il suo sforzo di risparmio dal 2018 e 2019 alimentando un PERP aperto a nome del suo coniuge (matrimonio o PACS) nel 2019 (a meno che quest'ultimo non abbia già versato dei contributi sul suo PERP nel 2017). Questo metodo permetterà quindi di detrarre l'intero importo pagato nel 2019!

Se non avete un PERP o un altro piano di risparmio pensionistico aperto, vi consigliamo di aspettare fino al 1 gennaio 2019 per approfittare della deduzione completa e non della media del 2018 e 2019.

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